Più clienti nel tuo ristorante?

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Come migliorare l’immagine del tuo ristorante per avere più clienti?

Quando si fa comunicazione per un ristorante ci sono molte cose di cui tener conto. Dopo tanti anni di advertising, possiamo dire quali sono i pilastri su cui costruire il proprio branding. Più clienti, detto in due parole.
I fondamentali di cui parlerò sembreranno banali e di ovvia intuizione; come spesso succede tutti ci arrivano, tutti li conoscono ma solo in pochi riescono a metterli in pratica. Eccoli.

  1. Analisi
  2. Produzione dei contenuti
  3. Piano di comunicazione

Per ottenere cosa?
Notorietà del ristorante (che lo vedano più persone possibile)
Immagine percepita del ristorante
 (che ne abbiano una buona impressione)
Aumento della clientela 
(che quindi decidano di venire a provare di persona)

Tra il tuo ristorante e quelli più in voga, la differenza credi sia in quello che c’è nel piatto, oppure in quello che sta fuori dal piatto?
Oggi conta molto tutto quello che c’è fuori dal piatto ovviamente, basti vedere come negli ultimi anni gli Chef siano diventati star televisive.
Pensi davvero di puntare tutto soltanto sulla bontà o la qualità della tua cucina? Ma se non lo racconti a nessuno e non lo racconti bene, come pensi di incrementare la clientela? Devi comunicare, ovviamente!

Ok da dove cominciamo? Cominciamo dall’analisi di se stessi, questa è la fase in cui dobbiamo capire cosa stiamo proponendo e a chi lo stiamo proponendo. Se devi fare dei “messaggi” fatti di immagini e testi, dovrai prima sapere quali sono gli elementi che puoi usare per la tua comunicazione. Per esempio se sai di essere un ristorante tipico di cucina mediterranea, allora la comunicazione dovrà essere pensata costruita e scritta in funzione di questo. Diverso sarebbe se tu fossi un ristorante sushi o una pizzetteria a trancio. Quindi la prima cosa sono l’analisi e la consapevolezza di “chi sono e a chi mi rivolgo” per poter mettere insieme gli elementi che compongono la mia “moodboard”.

Da questa può partire la produzione di immagini, grafiche, testi e quant’altro possa servire per la vostra comunicazione. Anche la scelta dei font da usare, della tipologia di foto da fare, dei colori da usare e della grafica da adottare, tutto deve far parte di un progetto di branding coerente e programmato.

Questo è un buon inizio per ottenere contenuti di qualità, ma cosa si intende per qualità?
Qualsiasi cosa faremo – un menù, un sito, una pagina o dei contenuti social – sicuramente saranno necessarie immagini e testi ben fatti. Qui ho messo alcuni esempi di come le cose possono essere differenti se fatte in autonomia einvece che da un professionista e, a meno che l’oste non abbia un passato da fotografo still-life food di successo, ho seri dubbi che possa ottenere buoni risultati.

Un professionista sa come fotografare, come inquadrare, come usare le luci, ma soprattutto ha attrezzature adeguate. Una fotografia può fare la differenza, la percezione dell’intero ristorante può dipendere dalle semplici e spesso sottovalutate fotografie, all’apparenza banalissime fotografie, ma di fatto la sola cosa che si frappone tra chi non conosce il ristorante e il ristorante stesso. Che impressione avrà del posto, di chi ci lavora e di come si mangia? Beh, la risposta è una sola: dalla percezione che ne avrà. Poi quando ci sarà andata valuterà di persona, ma nel frattempo dobbiamo fare in modo che ci vada, giusto? Quali sono le cose che potrebbero cambiare radicalmente l’immagine e la percezione del mio ristorante? Cominciamo dai piatti fotografati, vediamo un paio di esempi.

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Quali di questi due piatti vi rassicura e vi fa venir voglia di spaghetti? Non ci vuole molto a capire che l’immagine più curata e qualitativa di un semplice piatto di spaghetti può fare la differenza, o no? Eppure le pagine social dei ristoranti sono piene di foto amatoriali fatte col cellulare. Ma genuino e buono non significa improvvisato e casareccio, di casareccio ci dovrebbe essere solo la cucina, non la comunicazione.

pizza

E questa pizza? Gli ingredienti sono gli stessi, olio pomodoro mozzarella e basilico. Ma una delle due sembra veramente poco invitante a vederla, magari a mangiarla è più buona, ma dalla foto nessuno lo direbbe mai. Quindi avere un prodotto più buono e genuino non è sufficiente, bisogna che le immagini trasmettano agli occhi quello che il palato sentirebbe mangiandola.

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Parliamo adesso delle foto generiche del ristorante. Qui sopra due esempi di come un ristorante possa sembrare completamente diverso, meno invitante o meno accogliente. I dettagli, la luce, la composizione della foto come ho già detto, trasmetterebbero sensazioni diverse, e se devo portare la famiglia fuori a cena, sicuramente non mi verrebbe voglia di andare nel ristorante di sinistra, anche se è uguale a quello di destra ma semplicemente fotografato male, sembra un garage non un ristorante.

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La foto del locale con i clienti è sempre stato un problema, uno perché la privacy non permette che tu faccia foto alle persone senza che queste ti abbiano dato il permesso, due perché non sempre i clienti sono fotogenici. Un’altra cosa di cui tener conto sono i diritti di utilizzo delle immagini, un cliente potrebbe dirti di sì e farsi fotografare, ma perché in realtà non ha nessuna vaga idea di cosa tu faccia con quelle foto e per quanto tempo le usi, non sa che potresti pubblicarle ovunque e usarle per anni. Quindi per evitare inutili future discussioni o peggio questioni legali è meglio evitare di fotografare i clienti. Beh certo non puoi chiedere loro di girarsi dall’altra parte, che foto orribile ne verrebbe fuori? Allora come si risolve? Sempre affidandosi ad un professionista, usando delle comparse/modelli consapevoli i quali firmerebbero una liberatoria apposita. Così le foto verrebbero più naturali, e non sembrerebbero scattate durante una serata di scapoli ubriachi.

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Vogliamo parlare di Menù, brochure e altri materiali di comunicazione? Alcuni menù sono belli come una convocazione alla riunione di condominio. In confronto sarebbe più allegro pure un biglietto di condoglianze. Ma se abbiamo fatto delle foto come ho già detto sopra, e ci facciamo aiutare da una persona in grado di scrivere decentemente, magari un copywriter, potremmo rendere il materiale di comunicazione sicuramente più invitante se dessimo il tutto nelle mani di un bravo grafico.

Ovviamente avendo fatto foto, grafiche e testi in maniera adeguata, possiamo poi produrre ogni sorta di comunicazione stampata o digitale. Usarli anche e soprattutto per i social, anche tutti i giorni. E magari con un accordo fatto con una struttura di professionisti (occhio non sto cercando di vendervi nulla) potreste avere poi materiale sempre nuovo, il fotografo verrebbe a fare foto nuove periodicamente, oppure un social media manager potrebbe preparare contenuti sempre nuovi per le pagine social, un copywriter scriverebbe e racconterebbe talmente bene la vostra cucina da trasmetterne anche i sapori. Video, foto, storie di clienti e di piatti, eventi e piccoli incontri. Tutto diventerebbe utile per “alzare” la qualità percepita del vostro ristorante.

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In quale di questi due ristoranti portereste la vostra ragazza? Quello di destra? Beh peccato che si tratti dello stesso ristorante ma fotografato in maniera diversa.

Insomma affidarsi a dei professionisti ovviamente è la soluzione migliore, cercare di fare da soli avrebbe lo stesso risultato che avrebbero i vostri clienti se entrassero nel ristorante e cercassero di fare e infornare da soli la pizza, ve lo immaginate il risultato?

La creatività e la strategia oggi servono anche in un ristorante, l’impiattamento per esempio, una volta era trascurato, oggi invece è un modo per esprimere la propria vena artistica. Così per tutto il resto, l’arredamento la mise en place o le divise del personale. Tutto deve essere coerente e in tono con il posto, e se è fatto in maniera creativa ovviamente fa la differenza. Che si tratti di un grande ristorante famoso o di una piccola friggitoria ormai l’esigenza di comunicare con il pubblico e di farlo bene è diventata vitale.

Uso di blogger e influencer. Una delle cose che funziona bene negli ultimi anni è l’uso di persone che abbiano un discreto seguito, per comunicare ad altri l’esistenza di un prodotto o servizio, e anche nella ristorazione questa è una pratica efficace. La persona famosa, lo sportivo di turno o l’attore che vengono a mangiare nel ristorante non sempre sono casuali, alle volte le cose succedono anche perchè fanno parte di un piano strategico. Poi ovvio ci sono i trucchi del mestiere, quelli ci sono in ogni mestiere.

Insomma, la comunicazione efficace, lo storytelling partono da qui, ed è esattamente quello che fa una struttura come la nostra.
Raccontare in maniera da trasmettere emozioni, e far nascere il desiderio laddove non c’era!
No… Non sto cercando di vendervi i nostri servizi.

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Veniamo al piano di comunicazione, se abbiamo fatto bene tutta la parte qui sopra, abbiamo foto, video, testi e tanto altro, il tutto anche aggiornato periodicamente, come e dove si dovranno pubblicare? Beh, diciamo che un piano efficace è fatto di tante cose, dovete tener conto del cosa pubblicare, quando pubblicare e dove pubblicare, cercando di fare una programmazione di almeno 6 mesi.

Cosa pubblicare? Beh sicuramente un ipotetico cliente vorrà sapere cosa si mangia in questo ristorante, che tipo di cucina c’è – casareccia, sushi, indiana, vegana, pizza, fast food etc etc. Qundi sicuramente dobbiamo inserire tra gli argomenti trattati i piatti principali del nostro menù e il menù stesso. Quindi “cosa si mangia da noi”.
Poi dovremmo trasmettere un po’ il mood del ristorante, cioè l’atmosfera che c’è, se è rustico, se è moderno , se è vintage o di design. Questo è importante perché oggi le persone hanno un loro “modus vivendi”  e frequentano luoghi che completano il loro way of life… il loro mood. Quindi vogliono sapere se quel posto è esteticamente adatto al loro gusto e stile di vita (strano ma è così).

Insomma devi pubblicare tutto quello che può riguardare il tuo ristorante e chi lo frequenta. Non gattini e aforismi perché di quelli ne hanno le scatole piene tutti. Oggi bisogna parlare di se stessi non degli altri.

I clienti stessi possono essere produttori di contenuti, i social se organizzati in tal senso e seguiti quotidianamente con tecniche di coinvolgimento indotte e organiche possono essere fonte di contenuti, e una volta messo a punto il meccanismo i contenuti prodotti dai fan sono teoricamente “infiniti”, vanno solo moderati e gestiti dopo per evitare che i contenuti prodotti rischino di non essere il linea con il brand.

L’importante è fare contenuti di qualità. Ti faccio un esempio: se tu facessi una pizza che non è buona, pensi che possa servire a qualcosa mettere una insegna di 15 metri? Cioè per capirci, un cliente una volta attirato grazie alla strategia “insegna enorme e lampeggiante” dopo aver mangiato quella pizza orribile tornerebbe? Io dico di no! Nella comunicazione è la stessa cosa, prima devi comporre una comunicazione fatta bene (foto belle testi scritti bene e contenuti adeguati), poi devi preoccuparti del come e dove veicolarla, anzi a quel punto diventa anche più facile fare la parte strategica e di divulgazione.

Ripeto…  non voglio vendervi nulla, però…
Alain Serafini
+393316356813

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Author: Alain

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